Don Isidoro è venuto nella nostra chiesa di S.Giuseppe, il giorno 1 febbraio 1990, quando ancora non era parrocchia.

Da lui abbiamo ascoltato le prime catechesi nella nostra chiesa . E’ iniziata con lui la vita della nostra parrocchia.

Era un sacerdote dinamico, molto attivo. Riusciva a conciliare la preghiera personale, il confessionale, la liturgia e la presenza nella Comunità Marco Riva.

Molto spesso, entrando in chiesa, lo vedevo nel suo confessionale: anche lì, quando non c’erano penitenti, lui era assorto in preghiera.

Per i suoi spostamenti, usava la bicicletta; lo si vedeva sfrecciare con la veste tirata su, per non farla entrare nei raggi delle ruote.

All’epoca i miei figli e mia nipote, avevano circa vent’anni e ricordo di aver parlato di loro a don Isidoro: ha voluto incontrarli, ed è venuto a casa nostra una sera, per conoscerli e spiegare loro ciò che avrebbe fatto in parrocchia per i giovani.

Ho un ricordo anche di mia mamma: un giorno, dopo la S. Messa, è andata in sacrestia a chiedere a don Isidoro notizie sulla salute di don Giuseppe, nostro parroco molto anziano, che era ricoverato in ospedale. Lui, nel darle risposta, le ha preso delicatamente le mani nelle sue, lasciando trasparire una dolcezza e un amore, che hanno davvero colpito mia mamma: infatti, non appena  mi ha visto, ha voluto raccontarmi questo comportamento di don Isidoro.

Il ricordo che abbiamo di lui, è quello di un sacerdote che ha davvero incarnato nella sua vita il messaggio evangelico.

Rosa Farioli